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FebNuove norme a contrasto delle partite IVA “Apri e chiudi”
La legge di bilancio 2023 si è posta l’obiettivo di combattere il fenomeno delle partite Iva “fugaci” altrimenti dette “apri e chiudi” che aprendo e chiudendo nel giro di poco tempo, sono riuscite a sfuggire al controllo dell’Amministrazione finanziaria e spesso ad eludere il fisco.
Le nuove norme – La Legge di bilancio per il 2023 ha introdotto due commi all’articolo 35 del DPR 633/1972 che prevedono nuove misure di prevenzione e contrasto ai fenomeni di evasione connesse al rilascio delle Partite Iva.
In particolare, il comma 15-bis.1 prevede la cessazione d’ufficio della Partita Iva per quegli operatori economici caratterizzati da profili di grave e/o sistematica evasione e di inadempimento degli obblighi fiscali nell’esercizio di attività che si esauriscono dopo un breve ciclo di vita (cd. “Partite Iva apri e chiudi”).
Il comma 15-bis.2 stabilisce che il soggetto destinatario di un provvedimento di cessazione della Partita Iva possa richiedere l’attribuzione di una nuova Partita Iva solo previa presentazione di una polizza fideiussoria o di una fideiussione bancaria della durata di tre anni e dell’importo minimo di euro 50.000 (o, comunque, parametrato alle violazioni fiscali commesse, se di importo superiore).
Al 31 luglio 2023 l’Agenzia delle Entrate ha emanato 1.221 provvedimenti di cessazione d’ufficio della Partita Iva, in applicazione della nuova normativa diretta a scongiurare il fenomeno evasivo delle ‘partite iva apri e chiudi’.
I criteri di rischio per l’individuazione delle Partite Iva da sottoporre a controllo e i presupposti per la chiusura d’ufficio sono stati individuati in un Provvedimento delle Entrate firmato dal Direttore, Ernesto Maria Ruffini, il 16 maggio 2023.
Sotto il profilo oggettivo l’Agenzia riscontra l’esistenza e l’idoneità della struttura organizzativa, le modalità di svolgimento dell’attività dichiarata ed ogni elemento di coerenza rispetto alla stessa. Le verifiche in chiusura La legge di bilancio 2024, integrando ulteriormente il quadro di controllo delle partite Iva ha inserito gli stessi effetti sanzionatori ed eventualmente l’obbligo di fideiussione anche per chi ha chiuso di sua spontanea iniziativa la partita Iva nei mesi precedenti e non solo per la cessazione d’ufficio. Alla luce di questo nuovo quadro normativo e operativo è necessario, prima di chiedere una partita Iva (per se stessi o in rappresentanza di enti e società), decidere di cambiare attività o cessarla, fare un’autovalutazione per non entrare, già prima che l’attività sia a regime, in contrasto con il fisco.